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LE TAZZINE FUMANTI
Claudicante
e lesta procedeva nell’andito sovente l’arcigna e bassa figura.
Le vestigia non erano certo quelle di una bimba bella; ma
gli occhi erano pieni di malia.
Era un’emerita stronza!
Ella
deambulava sentendosi laudare da un manipolo di pusillanimi proseliti di cui
amava farsi circondare.
Ve
n’eran di quelli affetti da evidenti sintomi di ecolalia che si sperticavano in
gargantueschi panegirici; tal’altri lestofanti non indugiavano a farsi beffa
della malefica appena questa si allontanava dal loro desco.
Si
narra che un dì due coriacei giovani osarono contraddire la maledetta.
Giammai
alcuno aveva osato ciò al suo cospetto, tanta era la viltà dei suoi adepti. La
serpe di certo non avrebbe tardato a covare forti risentimenti nei confronti
dei due malcapitati. Tanto fu il livore della malefica che è cosa inenarrabile.
Eh già
unico lettore, troppo raccapricciante sarebbe il racconto dell’espressione
assunta dalla megera che già versava in evidente stato di putrefazione.
Tra le
fide servette della nana vi era Fedora.
Ella
aveva tanto sale quanto quello che ve n'è nel pan toscano!
Perciò
data la sua infelice natura, sin da giovine, comprese che era
meglio agire a mo' di banderuola cercandosi una padrona a cui accodarsi.
Fu
così che divenne una delle più fedeli seguaci della laida creatura. Poté così
negli anni avanzar di gran carriera sotto l'egida dell'immonda. Sua unica
incombenza era quella di prodigarsi in profondi salamelecchi verso la malefica
e ripetere pedissequamente ciò che ella pronunziava a guisa di merlo indiano.
- Madama Ofelia, buondì! - disse l’insulsa
Fedora.
Ofelia? Chi era dunque costei! Penserà il
mio incuriosito lettore.
Ebbene, questo era il nome della nostra
orrenda nana.
D'altro canto, non possiamo proseguire
oltre aggettivandola ulteriormente senza ripetersi. Il ritratto a questo punto
della medesima vi sarà chiaro. È dunque presto svelato l'arcano mistero.
- Carissima Ofelia! - proseguì con voce
gracchiante Fedora - ti trovo in perfetta forma. Questa tua nuova mise è un
incanto!
- Tu trovi? - domandò Ofelia che non era di
certo indifferente al fascino delle lusinghe.
- Certamente, mia
signora! Trasudi agio e distinzione! – ribatté la serva. - La tua eleganza non
ha eguali! Sono fortunata ad avere una padrona come te. Che ne dici di un buon
caffè? –
Eh già, Fedora non si
lesinava nel bere caffè, era una vera e propria caffeinomane.
E poi come resistere a quelle gustosissime praline?
- E sia!
- Esclamò la nana. – D’altronde un caffè è meno amaro se bevuto in due!La spirale di fumo è un romanzo di Marco Russo
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