Questione di karma

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GIANLUIGI REDAELLI

QUESTIONE DI KARMA






C’è chi sostiene che ogni persona, quando viene al mondo, sia inevitabilmente sotto l’influsso di una buona o cattiva stella.
Un po’ come credono alcune popolazioni primitive, con diverse sfumature, che ognuno nasca con precisi segni premonitori di quello che sarà il proprio percorso-destino.
Se qualcosa di vero c’è in queste identificazioni casuali capaci di segnare il karma d’ogni individuo, allora per quanto riguarda l’esistenza di Marco Maestrelli se ne possono individuare almeno tre.
Cominciando dalla nascita, che andremo ad esaminare insieme ad altri fatti della sua vita, diventati quasi delle leggende nella cerchia dei suoi amici e parenti, e che potrebbero ascriversi appunto come segni premonitori.
Primo fatto e relative implicazioni profetiche.
Di certo Marco è nato a Varese nel 1943, oggi città sotto l’influsso leghista, allora zona di sfollati da Milano.
I suoi erano finiti in quel di Cernobbio, ridente cittadina sul lago ecc. oggi sede di “Grandi Convegni Confindustriali e Governativi” (e già questo comincia a significare qualcosa…).
Dunque, la nascita, nel senso proprio di essere partorito, avviene nell’Ospedale di Varese in un’ora imprecisata del 16 aprile 1943, appena 9 giorni prima di quello che diventerà storico, due anni dopo, per la “Liberazione” (e anche questa non è cosa da poco ...).
Dell’ora se n’è persa traccia poiché … (e qui dobbiamo accennare alla prima leggenda) in quei giorni la città era sotto bombardamento e la madre di Marco, insieme ad altre ricoverate, ad un certo punto viene trasferita da un’ala all’altra dell’ospedale, giusto in tempo! Perché da lì a poco proprio quella parte è colpita disastrosamente.
‹‹Se non è culo questo!›› si dirà poi Marco, quando ne verrà a conoscenza, ma solo nei momenti di serenità.
Così, infatti, diviene possibile la sua venuta al mondo, ma nel bailamme generale neppure sua madre sarà in grado di memorizzare l’ora esatta.
E questo, per il poverino, comporta che non possa godere di un oroscopo completo, poiché manca l’ascendente.
Testardo come un ariete lo è sicuramente, ma ingenuo e boccalone come cosa?
Comunque, nella città del “Terribile Hulk Umberto”, solo anagraficamente può essere ubicato il luogo della venuta al mondo di Marco, perché il concepimento (con il cuore ma non solo) dovette avvenire tra Milano e la Sicilia. Probabilmente a Palermo, dove allora bazzicava suo padre in qualità d’Ispettore della “Germani-Scappino” (sì, proprio quelli del famoso nodo e sarà forse per questo che lui non ama molto la cravatta).
Circa nove mesi prima che la moglie di suo padre diventasse anche sua madre, infatti, la coppia aveva fatto un lungo giro turistico dell’isola. Un viaggio che lei poi ricorderà spesso con sospiri struggenti. Questo per affermare che nelle vene di Marco scorre sangue di tipo misto, più siculoterrone che lombardoleghista, motivo, probabilmente, della spinta a un lungo vagabondare che, dopo un’adolescenza irrequieta al Nord e varie tappe al Sud finirà per farlo approdare, quale emigrato al contrario, alla tranquilla terra di “Turiddu”.
Passando attraverso inenarrabili esperienze, compreso un lungo periodo tra i terremotati del Belice, impegnandosi strenuamente nelle loro lotte per la ricostruzione, scorrazzando per ogni angolo dell’isola giunge infine a Palermo (il richiamo del sangue, come volevasi dimostrare) dove trova, in rapida sequenza, l’Amore (sì, quello con la A maiuscola) la casa e il lavoro, quindi in definitiva si sistema.
Secondo fatto, seconda leggenda: il 16 aprile 1943 non è solo fatidico perché nasce Marco Maestrelli, bensì perché, cosa scoperta negli anni caldi della contestazione, in quello stesso giorno, e anche qui non si conosce l’ora esatta, un certo Albert Hoffman nei laboratori della “Sandoz” di Basilea si dice abbia scoperto o meglio messo a punto la formula della dietilammide dell’acido lisergico, più nota come LSD (udite, udite!).
In effetti quando verrà a sapere di questa incredibile allucinante coincidenza temporale, il buon Marco che già aveva cominciato, per i fatti suoi, a fare piacevoli esperimenti di tipo psichedelico, indubbiamente finirà per sentirsi fortemente motivato e giustificato da quel segno del destino e non perderà l’occasione per, usando una metafora, rompere le palle a tutti per fare notare questo suo eccezionale gemellaggio idealfilosoficoscientifico.
Questo secondo fatto, che in realtà influirà di più sul periodo dell’adolescenza, si protrarrà fino a molti anni dopo il servizio militare.
Ancora prima si può collocare il terzo fatto, negli anni di un’infanzia banale e piatta, se si eccettua per l’increscioso episodio.
Tutto sommato si trattò semplicemente di un tentativo di autoeducazione sessuale, anche se sua madre si ostinerà a definirlo diversamente.
La faccenda andò così: un giorno che era malato, a letto con la febbre, venne a trovarlo una sua amichetta del cortile, la Gabriella, per fargli compagnia.

Questione di karma è un racconto di Gianluigi Redaelli

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