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GUIDO FARIELLO
“SEI ANCORA NEL TEMPO!”
DUE
“Baardheere"
La Grande fossa tettonica
(Great Rift Valley) si è formata dalla separazione delle placche tettoniche
africana e araba avvenuta circa 35 milioni di anni fa.
Si estende per oltre 6.000 km
in direzione nord-sud dalla Siria al Mozambico.
La sua larghezza varia dai 30
ai 100 km, con una profondità variabile da poche centinaia a diverse migliaia
di metri.
La Fossa tettonica etiopica (Rift Valley Etiopica)
si è originata dalla separazione dell’Africa dell’Est dalla madre Africa. Il
distacco è avvenuto in varie epoche interessanti gradualmente le parti
meridionale, settentrionale e centrali, con inizio risalente a circa 18 milioni
di anni fa, e che prosegue ancora ad un ritmo di 5/7 mm all’anno.
La separazione ha provocato
una grande frattura, larga mediamente 80 km con elevati ciglioni esterni ed ha
diviso l’altopiano etiopico da quello somalo originariamente un tutt’uno.
I due altopiani sono molto
differenti per conformazione.
Il primo è composto da rocce
vulcaniche, poggianti su una piattaforma di antiche pietre sedimentarie, tra le
quali si dirama una complicata rete di corsi d’acqua, con vette che superano i
4.500 m, delimitato da ripide scarpate a gradoni ad oriente e da declini che
degradano nelle pianure del Sudan verso occidente.
Il secondo presenta un ripido
ciglione ad occidente che, invece, degrada con regolare uniformità verso
oriente fino a confondersi con le sabbie della costa prospiciente l’Oceano
Indiano.
La diversa struttura dei due
tavolati si riflette nella conformazione delle valli che nella parte somala
sono meno incavate e profonde.
La netta spaccatura tra i due
acrocori ha creato una enorme fossa detta “Fossa Galla” che, a sua volta, ha
generato una grande quantità di bacini lacustri a varie altitudini, quali i
laghi Turkana, Stefania, Margherita, Ciamò, Auasa, Sciala, Abàita, Langana,
Zuai.
Verso Nord, prima di arrivare
nel Mar Rosso, la fossa si trasforma in una grande depressione chiamata
“Dancalia” di conformazione triangolare che si estende per oltre 100.000 km²,
priva di vegetazione e con strabilianti fenomeni di vulcanismo.
Dalla parte alta
dell’altopiano somalo prospiciente la “Fossa Galla”, in direzione orientale, si
originano dei corsi d’acqua aventi carattere torrentizio e secchi per buona
parte dell’anno.
Solamente due, fra questi, il
Giuba e l’Uebi Scebeli, riescono ad acquisire la caratteristica di fiumi con costante
presenza di acqua.
Nascono a poca distanza l’uno
dall’altro.
Il primo riceve la confluenza
del Dawa, del Ganale, dell’Uebi Gestro, e corre per 1.650 km prima di
immettersi nell’Oceano Indiano.
Il secondo scorre per 2.050 km
verso la zona a sud della capitale della Somalia Mogadiscio. Qui non riesce ad
immettersi nell’oceano per la presenza di imponenti dune costiere che lo
costringono a mantenersi parallelo alla costa in direzione della foce del
Giuba, più a sud, ma solo in occasione di rare piene voluminose riesce ad
immettersi nell’oceano poiché si impaluda prima.
Entrambi i fiumi nascono in
territorio etiope e solamente gli ultimi 875 km per il Giuba e gli ultimi 900
km per l’Uebi Scebeli scorrono in territorio somalo.
Nella regione di Ghedo della
Somalia, nella Valle di Giuba, sulla riva occidentale del fiume, c’è la piccola
città di Baardheere importante polo agricolo. Nella lingua originale somala il
nome della città è composto dalle parole “Baar” che individua un albero di
palma e “dheere” che significa alto. Perciò Baardheere indica un “albero di
palma alto”.
La città si trova ad una
latitudine di poco superiore ai due gradi a nord dell’equatore e di poco ad
ovest del quarantaduesimo meridiano. Ha, perciò, un clima perennemente caldo e
umido e adatto per coltivazioni durante l’intero anno.
CONTINUA
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