Il fiore che sapeva volare

Per continuare a leggere con noi iscriviti al gruppo Facebook: ISEAF BOOKS 

Non perderti gli ultimi aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook: ISEAF

Trovi le nostre opere anche su: INSTAGRAM


FRANCO LO PRESTI

IL FIORE CHE SAPEVA VOLARE



C’era una volta una nuvoletta bianca e paffutella che viveva insieme alle sue numerose sorelle, con le quali giocava a nascondino, a rincorrersi ed a fare le capriole o il girotondo. La nuvoletta e le sue sorelle erano felici quando il vento le trasportava leggere nel cielo da un posto all’altro, perché avevano la sensazione di volare.
Un giorno, però, non si sa bene il perché, il vento si arrabbiò, divenne cattivo e cominciò a spingerle in malo modo e a sballottarle di qua e di là.
«Amico vento,» supplicarono tutte insieme «perché ci spingi così forte? Perché ci fai male? Cosa ti abbiamo fatto noi?»
Il vento non volle sentir ragione e neppure rispose alle loro implorazioni. Anzi, si mise a soffiare talmente forte che le numerose sorelle furono disperse nel cielo e non riuscirono più a ritrovarsi, tanto che la nuvoletta bianca e paffutella divenne triste e malinconica. Allora, per la prima volta, si oscurò in volto e dai suoi occhi uscirono delle grosse lacrime che gli uomini, gli animali e le piante scambiarono per pioggia.
Rimasta sola, la nuvoletta pensò di fare nuove amicizie, scendendo a guardare il prato che aveva sempre osservato dal cielo.  E, man mano che scendeva verso la terra, imparava a conoscere tante cose che non aveva mai visto.
Conobbe, così, dapprima gli alberi e poi l’erba verde, in mezzo alla quale si accorse che spuntavano bellissimi fiori di mille colori.
Restò, poi, meravigliata quando vide che uno di quei fiori si era staccato dal prato e si era messo a volare.
«Non sapevo che i fiori volassero!» mormorò la nuvoletta paffutella.
«Io non sono un fiore, sono una farfalla!» rispose una vocina risentita che aveva udito le parole sussurrate dalla nuvola.
«Scusami!» disse allora la nuvola «È la prima volta che conosco una farfalla; mi accorgo che sai parlare, che sei educata e molto attraente.»
La farfalla, infatti, era bianca, rossa e gialla e tutti quei colori la facevano apparire veramente bella.
Fu contenta per il complimento che la nuvoletta le fece e cominciò a svolazzarle intorno, felice.
«Mi fai il solletico con le tue ali!» esclamò la nuvoletta, ridendo e riacquistando il suo buonumore.
Fu così che la nuvoletta paffutella e la farfallina colorata si conobbero e divennero buone amiche.
Ogni giorno s’incontravano e giocavano insieme, ridendo e scherzando perché, finalmente, avevano trovato la compagnia tanto desiderata.
Una bella mattina di sole, la farfalla bianca, rossa e gialla, uscì da casa più presto del solito e non incontrò la nuvoletta paffutella.
Allora, mentre aspettava, pensò di volare da un fiore all’altro in cerca di cibo per la sua prima colazione.
Ad un certo momento, vide da lontano dei fili luccicanti che scintillavano al sole del mattino. Erano così belli che sembravano d’argento e la farfallina curiosa volle ammirarli più da vicino per capire di che materiale fossero fatti.
Sfortunatamente, si avvicinò troppo e restò imbrigliata a quei fili i quali, altro non erano, che la tela di un ragno.
«Aiuto! Non posso più volare!» gridò la farfalla bianca, rossa e gialla «Qualcuno mi aiuti!»
Il ragno che era nascosto in un punto lontano della sua tela, udì quel grido e ne fu felice perché aveva finalmente trovato un po’ di cibo, dopo tanta paziente attesa.
Così, tutto contento, esclamò:
«Cara farfalla, mi dispiace per te, ma anch’io devo mangiare! Adesso vengo e farò di te un bel bocconcino!»
La farfalla colorata si disperava e gridava più forte che poteva, mentre il ragno si avvicinava velocemente. Stava per afferrarla, quando nel cielo apparve una nuvola.
Era la nuvoletta paffutella la quale, comprendendo il pericolo che correva la sua piccola amica, divenne tutta nera, come le succedeva quando era triste e disperata. Allora dai suoi occhi cascarono tante di quelle lacrime che spezzarono la ragnatela.
Una lacrima più grossa piombò addirittura sulla testa del ragno che precipitò al suolo, stordito.
La farfalla bianca rossa e gialla riuscì così a sbrogliarsi dalla tela e volò in cielo ad abbracciare la sua liberatrice.
«Grazie!» disse «Mi hai salvato la vita!»
«Anche tu» rispose la nuvola paffutella «quando ero triste e sola mi hai aiutato e mi hai offerto la tua compagnia.»

Da quel giorno, la nuvoletta paffutella e la farfallina colorata diventarono per sempre amiche inseparabili.

Il bullo pavido è un racconto di Franco Lo Presti

Commenti