Per continuare a leggere con noi iscriviti al gruppo Facebook: ISEAF BOOKS
Non perderti gli ultimi aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook: ISEAF
Trovi le nostre opere anche su: INSTAGRAM
SANDRA SAVASTA
LA SCIMMIA E LA DILIGENZA
foto pixabay
Era come se gli
suonassero il tamburo in testa.
Si sentiva
martellare sulla schiena.
Che cosa stava
succedendo?
Stava forse
sognando?
No, non era un
sogno, percepiva fisicamente il battito e il dolore.
Ma allora perché
non riusciva a svegliarsi?
Rimaneva in
quello stato indefinito che non era né sonno né veglia.
Magari,
socchiudendo le palpebre…
Gli occhi gli si
spalancarono di scatto.
All’istante, i
rumori penetrarono le sue orecchie con violenza.
Ma che diamine
stava succedendo?
Era seduto su una
panchina di legno verde, dalla vernice scagliata, che sobbalzava di continuo.
Picchiava
ininterrottamente capo e corpo contro lo schienale.
C’erano polvere e
sabbia ovunque.
Vedeva indiani a
cavallo che gli giravano intorno, lo superavano poi sparivano dietro di lui.
Urlavano senza coprire le rumorose zoccolate degli equidi.
Udiva altre grida
più in là, in una zona che, stranamente, era al buio.
Di colpo sentì,
vicino alla guancia sinistra, lo schiocco e lo spostamento d’aria di un colpo
di frusta.
Provò ad alzarsi,
ma era legato alla panchina traballante.
Non era altro che
il sedile di guida di una diligenza.
Davanti a lui,
quattro cavalli strani trainavano il carro.
Sembravano
innaturali, con i loro movimenti ben sincronizzati nel caos che li circondava…
Gli tornavano in
mente le immagini di vecchi film western.
Una carrozza che viaggia
ad una velocità folle, inseguita dai Pelle Rossa.
La ruota che
passa in una buca e si rompe, mandando il convoglio al disastro.
Afferrò le redini
per fermare i quattro cavalli strani e non riconobbe le sue mani.
“Da dove spuntano
fuori questi peli lunghi e scuri? Queste unghie, spesse e nere? E la pelle come
di cuoio? Le mani sembrano quelle di una scimmia.”
Un’altra frustata
gli fece, di riflesso, tirare le redini.
I cavalli
ridussero l’andatura, come un meccanismo che rallenta.
Gli indiani
sfrecciavano sempre intorno a lui, in una girandola variopinta e chiassosa.
Dal buio salivano
degli applausi.
«Aiuto!» gridò forte.
Ma dalla sua bocca uscì uno strillo bestiale che interruppe subito per la
sorpresa.
I cavalli automa
si fermarono e la diligenza cessò di barcollare.
Gli indiani
misero a passo i loro animali formando una fila perfetta davanti a lui.
Le luci si
accesero progressivamente mentre i cavalieri facevano inchinare i loro animali.
Il pubblico in
piedi applaudiva entusiasta.
Due mani enormi
gli sganciarono la cintura e lo sollevarono da sotto le ascelle, per poi
posarlo al suolo.
Voleva fuggire,
ma si sentiva impacciato.
Si mise a quattro
zampe e prima ancora di muovere un passo, l’omone alla frusta, quello che lo
aveva appena liberato, lo prese per mano.
Passarono davanti
al rettilineo dei cavalieri e salutarono a loro volta il pubblico esaltato. Una
voce potente annunciò nel megafono:
«Signore e
Signori, questa era l’ultima parte del nostro spettacolo. Il Circo Fantasio vi
ringrazia per essere venuti così numerosi e vi augura una buona serata. Se lo
desiderate, potrete vedere da vicino, nelle loro bellissime gabbie poste dietro
il tendone, tutti gli animali che hanno partecipato allo spettacolo. Grazie e
buona serata!»
La scimmia e la diligenza è un racconto di Sandra Savasta
Commenti
Posta un commento