Tutte le donne della mia rovina

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DAMIANO POZZALI

 

TUTTE LE DONNE

DELLA MIA ROVINA

 





Il rumore del motore non mi piace. Mi sembra che perda colpi.
Spera che non mi lasci a piedi, anche se, data la sua età, il fatto non mi sorprenderebbe.
È un po’ di tempo che non le faccio fare un controllo dal meccanico.
D’altronde, penso, un’auto datata qualche problema è naturale che lo presenti.
È una classe 1977, la mia FIAT 124 spider.
L’ho acquistata circa 10 anni fa ad un prezzo incredibilmente basso.
Colore bluette, quasi azzurro, capotta ed interni neri, una miriade di cromature ed una resa niente male per la sua cilindrata. Dio non voglia che mi lasci a piedi proprio ora.
Ho un appuntamento con mia moglie!
Lei non fa che ripetermi di disfarmene.
Ha due cose in comune con la mia macchina: la stessa età ed il continuo bisogno di attenzioni.
Del resto, come tutte le donne!
Valentina mi attende appena fuori casa, i capelli neri raccolti a coda di cavallo, gli occhi coperti da un paio di occhialoni da sole, un abitino leggero ideale per la bella stagione.
Mi vede arrivare ed il suo sorriso muta appena percepisce lo strano rumore del motore.
‹‹Cosa ha di nuovo questa macchina?›› esclama con un’espressione di leggera preoccupazione.
‹‹Non preoccuparti, sarà solo la cinghia che slitta›› ribatto io. 
Apre la portiera ed entra nell’abitacolo borbottando qualcosa sui problemi dell’auto
‹‹È vecchia, vuoi capirla di darla via?››
La guardo alzando un sopracciglio.
‹‹Guarda che avete la stessa età! Quindi dovrei eliminare anche te!››
‹‹Piantala di fare il cretino!››
Le afferro una mano e me la porto alla bocca simulando un baciamano.
‹‹Sei sempre piena di complimenti›› rispondo sarcastico.
Ci avviamo verso il centro commerciale.
So già che dovrò armarmi di pazienza.
Le donne e lo shopping: che accoppiata apocalittica!
Entriamo nel negozio di scarpe e subito Valentina nota un paio di décolleté alla moda.
Guardo il cartellino e mi stupisco che non siano ricoperte di diamanti, visto il prezzo; ma a lei piacciono. E, cosa molto importante, non le devo pagare io, le compra lei! 
Incredibile! 
In meno di venti minuti siamo già nel parcheggio pronti a salire in auto.
Molto veloci.
È ovvio, deve tornare al bar!
Si fida di Marcella, la ragazza che lavora per lei, ma quando si è proprietari di un’attività non si può abbassare la guardia.
Raggiungiamo l’auto.
Noto che accanto c’è una coppia che la guarda incuriosita.
Appena ci avviciniamo loro sorridono e si allontanano. Poco più in là iniziano a discutere animatamente.
Avvio l’auto e riprende il rumore nel motore.
Valentina sbuffa.
La guardo spazientito.
Ci dirigiamo verso il bar.
Accosto lì davanti e spengo il motore
‹‹Perché hai fermato l’auto? Resti qui al bar?›› mi chiede lei.
‹‹No, era per non tenerla accesa mentre ti saluto.››
Mi sorride, mi fa una smorfietta e si avvicina per darmi un bacetto; ma poi si ritrae.
‹‹Ci vediamo stasera tardi, domani mattina devi portarmi dal meccanico a ritirare la mia Smart›› esclama scendendo dall’auto rapida senza aspettare la mia conferma. 
‹‹Ok, ammazza che fretta!›› ribatto io.
Nemmeno mi sente, chiude la portiera e scappa all’interno del suo bar.
“La BUCANIERA”, c’è scritto sull’insegna.
Torno a casa e metto l’auto in garage.
Un’altra serata in casa mentre lei lavora!
E domani mattina in piedi prima del solito!
La devo accompagnare dal meccanico. Oppure intendeva a mezzogiorno quando torno dal lavoro? Boh, mi saprà dire quando rientra, verso le due di notte, dopo che avrà chiuso il locale!
Non riusciamo mai a stare insieme.
Io lavoro di giorno, lei la mattina sino dopo pranzo e dal pomeriggio sino a notte inoltrata.
Mi domando a volte se sia un matrimonio il nostro.
Non ci vediamo mai; quasi nessuna uscita con gli amici; pizza o aperitivi da contare sulle dita, a parte quelli nel suo locale.
Mi sento abbandonato!
Preparo qualcosa da mangiare: il solito piatto di pasta.
Mentre l’acqua bolle mi faccio una doccia.
Domani dopo il lavoro porterò la spider dal meccanico, forse è il carburatore sporco. Ho detto a Valentina che credo sia la cinghia perché sa che non è una cosa grave, così non rompe.
Userò l’altra auto, sì, quella di tutti i giorni, quella che tutti gli italiani vorrebbero, l’auto per eccellenza, mito italiano nel mondo, prestigiosa, elegante, lussuosa: la FIAT PUNTO.
Almeno è comoda ed ha l’aria condizionata.
Sono le due e trenta.
Sento la chiave entrare nella serratura della porta di ingresso: è lei.
‹‹Ciao›› dico assonnato.
Mi ero addormentato sul divano, come quasi tutte le notti aspettandola. 
‹‹Ti ha accompagnato Massimo?›› le chiedo.
‹‹Certo, chi altrimenti?›› risponde risoluta. 
Massimo è il suo socio.
Non mi è mai piaciuto che si fermi sino a tardi in sua compagnia.
Mi fido di lei; ma non di lui.
È belloccio e ci sa fare con le donne.
È vero, sono geloso. 
E chi non lo sarebbe? Valentina è bella e simpatica. O almeno lo era con me. Ormai da un po’ è diventata fredda. Non so se mi tradisce. Non lo credo. Ma non si può mai sapere!
‹‹Non ho capito se ti devo portare dal meccanico prima che vada al lavoro o quando torno per pranzo›› le chiedo sbadigliando.
‹‹Domani alle sette e trenta. Ora vado a lavarmi e poi a dormire›› risponde con decisione
‹‹Mi lavo i denti e ci vengo pure io.›› ribatto speranzoso ‹‹Mmm, immagino che anche stasera niente sesso!›› riprendo vedendo la sua espressione.
‹‹Piantala, sono stanca!›› esclama con decisione dirigendosi verso la camera.
Eh già, niente sesso!
È da molto che non facciamo l’amore!
È un’altra cosa che mi fa dubitare.

Tutte le donne della mia rovina è un romanzo di Damiano Pozzali

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