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ISTITUTO PARITARIO MECENATE PESCARA
(Alunni del III Turismo e del III
Socio-Sanitario)
CARO DANTE . . .
Foto di Pixabay
DANTE: Cari
ragazzi per me è un piacere essere con voi oggi. A dimostrazione che il mio
viaggio non è mai terminato. Sono qui pronto ad ascoltare ed esaudire ogni
vostra richiesta. E se potrò risponderò ad ogni vostra domanda …
BEATRICE: Perché
io?
DANTE: Perché il
tuo nome era per me simbolo di bellezza e dolcezza. E da quel che vedo ti sta
proprio bene.
DAVID: Come ti sei
sentito nel periodo dell’esilio?
DANTE: ‘Na Pasqua!
Ironizzo, ma in realtà fu un periodo oscuro e tetro dove ahimè girovagavo come
un vagabondo incontrando personaggi famosi che quasi quasi da lì mi è venuta
l’idea di un viaggetto simpatico …
DAVID: Quale parte
del viaggio ti è piaciuto di più?
DANTE: Un po'
l’inferno lo sentivo mio. A pensarci bene lo meritavo!
In fondo al mio
cuore so di non essere stato un santo! Povera anima mia tanto invaghita della
femmina … guardavo, non guardavo …
sognavo e
fantasticavo. Oh! Ma non solo lo sguardo e il saluto! No!
pensavo anche a
baci e abbracci!! Ma sapete com’è … a scriverlo sembrava poi cosa brutta.
LUCIA: E perché
quando ti hanno chiesto di dichiararti colpevole per rientrare a Firenze non lo
hai fatto, se tanto amavi la tua città?
DANTE: I miei
stessi valori e i miei stessi principi me lo hanno impedito. Non ebbi pietà
neanche di fronte agli affetti cari e familiari vicini alla mi’ moglie e dello
stesso mio caro amico Guido, il Cavalcanti! Che ancora oggi aspetto il loro
perdono.
ASIA: Hai mai
pensato di avere una speranza con Beatrice?
DANTE: Non mi dite
nulla per carità! Che la mi’ povera Gemma per tante notti mi ha visto delirante
nel sonno o a girovagare per casa, con la penna tra le dita e il pensier
dell’altra donna nella mente. Tutto preso nel mio mantello rosso a farneticare
di parole d’amore.
FRANCESCA: Ma ti
saresti mai aspettato tutto questo successo?
Noi no!
DANTE: Sarò
sincero con voi. Dopo tanto scrivere mi aspettavo qualche riconoscimento e un
po' sentivo di meritarlo. E ad essere del tutto onesto sono felice che studiate
ancora la mia lingua madre. Il mio adorato fiorentino… aaah! Nessun suono sarà
mai più dolce. Ma lasciate ora che sia io a fare una domanda a voi:
Cosa vi garba
tanto studiare di tutto quello che per voi ho scritto?
JACOPO: Sei il mio
tormento!
DAVIDE: A me
piacciono le poesie d’amore che hai dedicato a Beatrice! Sono molto innamorato
in questo momento e ti capisco bene!
BRUNA: Io avrei
letto anche di più, ma la tua scrittura mi è spesso incomprensibile. Dovevo
nascere anche io fiorentina …
GAIA: Secondo te
se Beatrice potesse tornare in vita ora ti amerebbe? Oppure pensi che
basterebbe corteggiarla con dediche e altre poesie? Io credo che dovresti
inventarti qualcosa di più divertente! Io ad esempio non mi fermerei al saluto,
ma correrei da lei a baciarla. Meglio uno schiaffo subito che una vita di
tormenti.
DANTE: Magari
l’avessi fatto!!!
Sono secoli che
vivo nel rimorso … potessi averla qui! forse spinto dai vostri consigli
troverei coraggio e me la bacerei tutta! Il dialogar con voi mi aiuta a prendere
sicurezza. E allora vi domando io una cosa:
Come vivete oggi
l’amore?
DAVIDE: Con
passione.
BRUNA: Con
curiosità.
ERIK: Tutta
attrazione fisica senza poesia.
LUCIA: Con il
‘Carpe diem’. Vivo momento per momento quello che la vita mi pone.
JACOPO: Non
conosco l’amore.
GIUSEPPE: Niente
di spirituale! Conta solo la bellezza, soprattutto all'inizio.
GAIA: Con pazzia,
la follia totale. Se fossi un poeta sarei Baudelaire (Quando avremo occasione
ti racconterò di lui).
VANESSA: Sono
un’eterna sognatrice e amo l’idea stessa dell’amore. Praticamente sono sempre
innamorata.
ASIA: Sono
fidanzata e sono felice.
FRANCESCA: Io
all'amore ci ho rinunciato da tempo, meglio single, cioè sola.
FRANCESCO: Come
una struggente lontananza! Che io quasi quasi sono quello che più ti comprende
…
DANTE: Sono
contento di capire che nonostante il passar dei secoli l’amore rimane un
sentimento eterno.
Dovrei prendere
appunti e imparare anche io da voi per quel giorno in cui forse rivedrò la mia
amata Beatrice!
BRUNA: Secondo me
non devi aspettarti baci e abbracci nel momento in cui la rivedrai, perché
potrebbe essere delusa o arrabbiata visto che l’hai lasciata così in paradiso
come una statua immobile a rappresentare la donna angelica senza magari
chiedere se preferiva essere trattata semplicemente come una donna terrena.
Fortuna nostra, se così fosse, che dall'aldilà non puoi pubblicare nuove opere.
DANTE: Non posso
avere più il dono della penna, ma sempre mi sarà concesso quello del pensiero,
quindi terrò strette le vostre parole e per quanto difficile proverò ad
immaginare ella come l’avete suggerita. A pensarci ora l’idea non mi dispiace
affatto! Mi costa un po' fatica immaginarla vecchia e brutta e nonostante
l’animo poetico non so se gliela fo a dedicarle delle rime ….
LORENZO: Lascia
che parli a nome di tutti dicendoti due cose:
Ci hai fatti
sudare, sui libri spesso ci hai annoiati, a volte ci incuriosivi e altre ci
catturavi, ci hai obbligati a estenuanti interrogazioni, ma nonostante tutto
questo ci hai lasciato una bella concezione dell’amore e la speranza che
superato quel monte ci sia qualcosa di bello ad attenderci.
DANTE: Vi
ringrazio perché oggi sono stato io ad imparare qualcosa da voi. Mi spiace se
tanto ho scritto, ma la mia natura di poeta mi impedisce di essere in altro
modo. Vi sono grato del tempo che continuate a dedicarmi ed ho un’ultima
richiesta da farvi, ma prima vi svelo un segreto: dal giorno in cui ho lasciato
questa terra ad oggi sono fermo nel mezzo di quel monte che espia le colpe e
tutto quello che vi chiedo è di pregare per la mia anima affinché io possa
ascendere al paradiso e finalmente stringere tra le mie braccia colei che
insieme all'amore move il sole e l’ altre stelle.
-E allo stesso
modo in cui egli era apparso ai nostri occhi così è fuggito via-
Caro Dante . . . è un racconto dell'Istituto Paritario Mecenate di Pescara
(Alunni del III Turismo e del III Socio - Sanitario)
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